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Una delle forme peculiari attraverso cui, sia il Dadaismo, sia il Futurismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafico-tipografica. Essa nasce nell'alveo di due fra le più importanti correnti dell'avanguardia storica europea, da modi diversi, diametralmente opposti di intendere la politica, la guerra, la letteratura e il rapporto che si stabilisce fra l'arte e l'impegno politico assunto dall'artista. Per i futuristi italiani, il fervore bellicista confluisce in disegni, parole in libertà e tavole parolibere, in una vera e propria letteratura di guerra, con punte di notevole fantasia e creatività artistica; in concomitanza, nella Berlino che nel 1919 sarebbe diventata dadaista, un gruppo di pittori aveva preso posizione contro il primo conflitto mondiale, attraverso la propria arte ribelle e sarcastica, legando il loro destino alla più ampia protesta politica degli intellettuali di sinistra ai tempi della repubblica di Weimar.